L’attacco al World Trade Center

Combattere la repressione interna
e la "rappresaglia" imperialista!

 

Siamo onorati di riprodurre la dichiarazione sull’attacco al World Trade Center di New York dei nostri compagni della Spartacist League/US, scritta il giorno successivo, in circostanze difficili, dall’interno della malefica belva imperialista, ferita e pericolosa. In Italia e in Europa l’orrore per quest’atto indifendibile di terrore criminale che ha massacrato migliaia di lavoratori a New York, è stato immediatamente utilizzato dai politicanti borghesi per rafforzare il dominio capitalista e cercare di costruire l’unità nazionale "contro il terrorismo": nel mirino delle borghesie europee ci sono le masse dei paesi semicoloniali, gli immigrati di pelle scura in Europa e l’intero movimento operaio.

Mentre i paesi della Nato per la prima volta invocavano l’"Articolo 5", che li impegna a "difendersi" reciprocamente, preparando allo stesso tempo attacchi aerei omicidi sull’Afghanistan, il capo del governo Silvio Berlusconi ha invocato una "forte risposta militare e di intelligence" che significa guerra e massacri imperialisti all’estero e più controlli e più repressione poliziesca nel paese. Berlusconi ha sottolineato che l’Italia è pienamente disponibile a prender parte ad un’operazione per "sottoporre ad un controllo efficace e ad una pressione che sia in grado di interdire ogni nuova tentazione terroristica" tutte le aree più calde "dal Pakistan a tutto il settore del Caucaso, dall’Afghanistan all’Irak". Gli ha fatto eco il leader dei Democratici di sinistra, Massimo d’Alema, che ha dichiarato "ci sono momenti in cui occorre l’uso della forza e noi in Kossovo lo abbiamo dimostrato".

Sul fronte interno, il governo ha minacciato di riesumare le leggi d’emergenza "antiterroriste". Le basi Nato sono state sigillate e la macchina da guerra imperialista messa in moto. Mentre cresce il terrore poliziesco contro gli immigrati (a Milano un dormitorio di immigrati adiacente ad una moschea, sgomberato dalla polizia, ha preso fuoco appena dopo l’uscita dei poliziotti), il ministro degli interni Scajola ha dichiarato che "gli italiani dovranno abituarsi ad alcune limitazioni dei propri diritti democratici". Già dopo Genova i governi europei avevano annunciato la formazione di una forza di polizia multinazionale. Ora, dopo l’attacco al World Trade, Scajola si lava le mani del sangue di Carlo Giuliani dicendo che "il caso Genova è chiuso". Coprendosi dietro allo sgomento per l’attentato alle Torri gemelle, la magistratura ha fatto arrestare tre militanti dei Centri sociali Vittoria e Gola di Milano, per il merito di aver cacciato dei fascisti da Piazzale Loreto lo scorso 25 aprile e ha lanciato un’ondata di perquisizioni e fermi in tutto il paese contro militanti e centri sociali anarchici accusati di "associazione a delinquere con finalità di terrorismo".

Le minoranze e la sinistra non sono gli unici bersagli domestici delle misure poliziesche. Il governo e i capitalisti sperano che l’"unità nazionale contro il terrorismo" congeli la possibilità di un autunno caldo di lotte operaie contro gli attacchi alle pensioni, alla sanità e alla scuola.

I primi ad accorrere in loro aiuto sono stati i burocrati sindacali e dei partiti riformisti. Cgil, Cisl e Uil e il sindacato "di base" Ucs hanno già revocato uno sciopero dei ferrovieri indetto per il 21 di settembre, per non disturbare il paese, proprio come nel 1999 avevano revocato ogni sciopero nelle ferrovie per aiutare la guerra nel Kosovo. Invece hanno indetto delle reazionarie fermate di lavoro di un’ora "per fermare la gravissima deriva terroristica internazionale che minaccia la sicurezza dei cittadini e degli stati, anche con la collabo razione fra stati e forze di sicurezza per un’azione decisa di preven zione e per assicurare alla giustizia i responsabili". Il 12 settembre a Roma, Cofferati, Ds e Rifondazione sono scesi in piazza "Contro il terrorismo" fianco a fianco con Storace e Alleanza Nazionale.

Anche Rifondazione comunista ha dato il suo contributo alla macchina della propaganda imperialista. Così Bertinotti (Liberazione, 13 settembre) ha definito gli attentati "un’aggressione alla civiltà contemporanea senza prece denti" facendo appello "all’Occidente" imperialista a "trovare una nuova autorità etico-morale" e dicendo: "Capisco che il terrorismo debba essere combattuto e sul suo terreno, comprendo che debba essere prevenuto e combattuto". L’obiezione di Bertinotti è che "non è il G8 che deve trovare le risposte giuste, è l’ONU (...) e l’Europa in questo ha un grande ruolo per sè", cioè i massacratori imperialisti dell’Iraq nel 1991, artefici dell’embargo che ha provocato oltre un milione e mezzo di morti in quel paese.

Di solito la falsa "sinistra" nasconde la sua capitolazione ai suoi governanti imperialisti con la retorica "anti americana" a buon mercato. Al contrario noi trotskisti, internazionalisti, tracciamo una linea di classe contro i governanti capitalisti nel nostro stesso paese ed in solidarietà con i nostri fratelli e sorelle di classe all’estero nella lotta per la rivoluzione socialista mondiale, l’unica via di uscita dalla bigottaggine, dall’arretratezza, dall’oscurantismo religioso e dalla minaccia sempre più vicina di una guerra mondiale.

 

 

Dichiarazione dell’Ufficio politico della Spartacist League/Us

 

12 SETTEMBRE – L’attacco di ieri contro il World Trade Center attuato col dirottamento di aerei civili di linea che ha ucciso centinaia di passeggeri e gli equipaggi, è stato un atto indifendibile di terrore criminale. Nel World Trade Center, anche se può essere visto come un simbolo della ricchezza e della potenza dell’imperialismo Usa, lavoravano operai di ogni razza, etnia e religione. E alle 9 di mattina in un giorno lavorativo migliaia di altri lavoratori, dei trasporti, edili, impiegati e moltissimi altri, si trovavano a passare nelle Torri gemelle o nelle vicinanze.

Non si tratta semplicemente del fatto che il bersaglio non era nemmeno un’istituzione rappresentativa dei brutali e omicidi dominatori imperialisti Usa. Coloro che hanno perpetrato questo orribile attacco (e non esiste nessuna prova di chi sia stato) fanno propria la stessa mentalità dei dominatori razzisti d’America, identificando le masse lavoratrici con i loro sfruttatori e oppressori capitalisti!

I partiti dominanti, democratici e repubblicani, sono fin troppo ansiosi di poter usare i corpi degli uccisi e dei feriti per rafforzare il dominio capitalista. Per gli sfruttatori questa è un’occasione per spacciare il patriottismo di "una nazione indivisibile" e cercare di deviare lontano da loro stessi la rabbia che monta al fondo di questa società, indirizzandola contro un indefinibile "nemico" straniero, oltre che contro gli immigrati negli Usa, e di rafforzare il loro arsenale domestico di repressione statale contro tutti i lavoratori. Questo è per loro particolarmente conveniente proprio adesso che centinaia di migliaia di posti di lavoro vengono falciati, andando a sommarsi al cumulo di povertà, di miseria e di completa degradazione dell’umanità creato dalla classe dominante americana negli ultimi dieci anni, attraverso la distruzione dell’assistenza sociale alla classe operaia, alle minoranze e ai poveri.

Il tema ora è "stringiamoci alla bandiera". Intanto il presidente Bush del Partito repubblicano, col totale sostegno di entrambi i partiti del Congresso, prepara la macchina da guerra del Pentagono ad attacchi terroristici o peggio contro le popolazioni dei paesi di cui loro sostengono che "ospitano" i terroristi. L’ultima di queste "rappresaglie", dopo gli attentati contro le ambasciate Usa in Kenya e in Tanzania, ha colpito con 80 missili Cruise l’Afghanistan e una fabbrica di medicinali in Sudan. Ancora prima, nel 1991, c’è stata la guerra totale contro l’Irak, una guerra che continua con i sistematici raid e bombardamenti degli Usa, mentre l’embargo imposto dall’Onu ha già ucciso più di un milione e mezzo di iracheni. I titoli strombazzanti dei giornali capitalisti ricordano "Pearl Harbor". Ma l’imperialismo americano è stato il primo e unico paese del mondo ad usare le armi atomiche nel 1945, riducendo in cenere nucleare un quarto di milione di persone a Hiroshima e Nagasaki.

Come comunisti nel ventre della belva imperialista, noi ci battiamo per mobilitare qui i lavoratori in opposizione alle mire guerrafondaie e alle avventure militari dei padroni americani all’estero. Ci siamo schierati per la difesa militare dell’Iraq contro l’imperialismo Usa nella Guerra del Golfo, e di fronte ai successivi bombardamenti terroristici, e ci siamo opposti fin dall’inizio all’embargo affamatore come ad un atto di guerra. Allo stesso modo, due anni fa, di fronte all’assalto della Nato guidata dagli Usa, contro la Serbia che ha distrutto completamente le infrastrutture di quel paese, abbiamo sollevato la bandiera: Sconfiggere l’imperialismo Usa con la rivoluzione operaia! Difendere la Serbia! Sia nel caso dell’Iraq che in quello della Serbia abbiamo detto che era compito degli operai di quei paesi quello di rovesciare i sanguinari regimi nazionalisti che li opprimono.

Sulla scia dell’attacco al World Trade Center, nei giornali borghesi si è scatenata una bufera di "incidenti" pretestuosi. Storie che l’aereo precipitato in Pennsylvania si stava dirigendo verso Camp David (come fanno a saperlo?), che era stata messa una bomba nel Monumento a Washington , che l’esercito aveva abbattuto un aereo nel cielo di Washington D.C. Tutte sono sparite immediatamente. Questa è la tipica propaganda di guerra imperialista, proprio come l’incidente del Golfo del Tonchino, architettato dagli Usa e poi usato per implementare la Guerra del Vietnam, che uccise tre milioni di vietnamiti prima che gli eroici operai e contadini di quel paese sconfiggessero il mostro americano.

L’attacco al World Trade Center è stato attribuito al Fronte democratico per la liberazione della Palestina, a gruppi islamici come Hamas, al governo afghano dei Talebani e ad Osama bin Laden. Tutti hanno negato con veemenza qualsiasi responsabilità. Ma anche se fosse stato bin Laden, che è diventato il nemico per ogni occasione dell’imperialismo Usa, lui stesso è una creatura dei governanti imperialisti americani che hanno comprato e pagato i suoi servigi nella "guerra santa" islamica contro l’Armata sovietica in Afghanistan. Noi abbiamo salutato l’intervento dell’Armata rossa in Afghanistan, notando che era uno dei pochi atti davvero progressivi della burocrazia stalinista sovietica, che offriva la possibilità di estendere le conquiste sociali della Rivoluzione russa del 1917, specialmente alle donne orribilmente oppresse d’Afghanistan. L’obiettivo di bin Laden e dei suoi fondamentalisti islamici spalleggiati dalla Cia era di perpetuare la barbarie e la schiavitù in Afghanistan.

Ma non è soltanto il "nemico esterno" apparentemente onnipresente e impossibile da identificare, quello che si stanno preparando a reprimere brutalmente. I padroni capitalisti approfitteranno dell’attacco al World Trade Center per accrescere drammaticamente i poteri del loro stato, poliziotti, tribunali, prigioni e forze armate, contro il "nemico interno". Sulla scia dell’attentato di Oklahoma City nel 1995 l’amministrazione del Partito democratico di Clinton mise in campo il "Omnibus Counterterrorism Act" [Atto generale contro il terrorismo], in virtù del quale gli immigrati e tutti gli stranieri possono essere sottoposti a procedure da tribunale speciale, con processi segreti e senza nemmeno la necessità di presentare delle accuse. I democratici, con il sostegno completo dei repubblicani, hanno anche messo in atto l’Effective Death Penalty Act [Atto sulla pena di morte effettiva] che estende di molto il numero di crimini punibili con la morte.

Col montare dell’isteria sciovinista, i bersagli più immediati delle forze di repressione saranno tutti coloro che hanno origini medio orientali. Questo vale non solo per gli Stati Uniti ma anche per l’Europa occidentale, dove per esempio il governo francese ha fatto invadere le metro politane dalle forze paramilitari della polizia per terro rizzare le persone di origine nordafricana e mediorentale. Ma ad un livello più fondamentale il loro obiettivo è quello di intimidire e incatenare qualsiasi lotta sociale della classe operaia multirazziale. E’ evidente che gli agenti della borghesia nel movimento operaio, la burocrazia dell’Afl-Cio, che legano gli operai ai partiti dei loro sfruttatori, specialmente ai democratici, fanno il possibile in questo senso. Ma con la crescita esponenziale del divario tra il pugno di persone vergognosamente ricche che approfittano dello sfruttamento sempre più brutale dei lavoratori e il resto della società, chi comanda teme che la minima scintilla di una protesta possa provocare un’esplosione sociale. Per loro è di fondamentale importanza, per poter conservare il proprio dominio di classe, continuare a costruire le proprie forze di repressione interna, che hanno da tempo schierato contro le masse orribilmente oppresse dei ghetti e dei barrios.

Con la distruzione controrivoluzionaria dell’ex Unione Sovietica, uno stato operaio che per quanto burocraticamente degenerato rappresentava un’alternativa allo sfruttamento e all’oppressione capitalista, gli Usa si sono gloriati di essere "l’unica superpotenza del mondo" e i padroni imperialisti americani pensavano di non essere sfidati da nessuno mentre calpestavano il resto del mondo. Il fatto che la distruzione del World Trade Center, costata probabilmente migliaia di vite innocenti, possa essere stata festeggiata con entusiasmo da tanti in giro per il mondo è una misura dell’intenso odio contro l’imperialismo Usa. E’ anche una misura dell’incapacità di percepire una qualsiasi possibilità di sconfiggere l’imperialismo Usa dall’interno. Gli uomini che controllano Wall Street e Washington possono e devono essere spazzati via dall’interno dalla classe operaia degli Usa, che comprende moltissimi operai neri e latini e sempre più operai immigrati dal Medio oriente, dal subcontinente indiano e dall’Asia orientale.

In questo paese la pusillanime "sinistra" riformista, il cui prototipo è l’International Socialist Organisation (Iso), punta ora il dito contro il sostegno dato dai governi americani a bin Laden e ai Talebani afghani come "combattenti per la libertà" durante la Guerra fredda. Quello di cui non parlano è l’appoggio che l’Iso stessa diede a questi reazionari contro l’Armata rossa sovietica. In Europa i gruppi che un tempo venivano chiamati "estrema sinistra" hanno venduto da molto tempo l’anima alla "loro" borghesia. Per loro inveire contro l’imperialismo americano come "nemico principale" è solo un alibi per la loro fedeltà ai governi socialdemocratici installati per portare avanti una vasta austerità ai danni della classe operaia.

Nei paesi neocoloniali, dove le masse popolari si trovano davanti alla completa bancarotta del nazionalismo piccolo-borghese, c’è stata una crescita dell’oscurantismo religioso, dell’Islam in particolare. Di fronte alla potenza militare degli imperialisti Usa e dei genocidi governanti sionisti da loro pagati e armati, alcuni non vedono grandi alternative a quella di imbottirsi di esplosivo e scagliarsi contro quelli che percepiscono come i loro oppressori.

Chiunque sia stato a perpetrare l’attacco suicida contro il World Trade Center, ha dimostrato l’atteggiamento mentale di chi, caso tipico i fanatici religiosi, crede di aver ricevuto da Dio la missione di sterminare tutti gli "infedeli". Questi islamisti fanatici considerano i sindacalisti, i militanti di sinistra e le donne senza velo come altrettanti infedeli degni della collera divina. Essenzialmente il loro modo di pensare non è diverso da quello dei bigotti fondamentalisti cristiani che lanciano bombe contro le cliniche abortiste negli Usa, paese in cui l’Fbi, la polizia interna segreta, era capeggiata fino a poco tempo fa da Louis Freeh, membro dell’Opus Dei cattolico, un’organizzazione davvero sinistra. E questo modo di pensare non è diverso da quello dei sionisti fascistoidi che cercano di "ripulire" la nazione palestinese da quella che considerano la "terrasanta" ebrea.

I bombardamenti terroristi tendono ad essere effettuati da forze nazionaliste o religiose perché queste sono nella migliore delle ipotesi indifferenti e ostili nella peggiore a quella che considerano essere un’intera popolazione nemica. L’attacco al World Trade Center mirava, e non poteva che mirare, al massacro indiscriminato del numero più grande possibile di persone, di normali lavoratori multietnici.

Come marxisti ci opponiamo alla strategia del terrorismo, anche quando deriva da veri impulsi anti-imperialisti, per quanto fuorviati, e prende di mira le vere istituzioni della repressione statale, cosa che non vale assolutamente per l’attacco al World Trade Center. Sostituire degli atti individuali, per quanto eroici possano essere in determinate circostanze, è contrapposto alla lotta di classe proletaria e alla coscienza di cui necessita la classe operaia se deve essere alla testa di tutti gli oppressi nel rovesciamento rivoluzionario dell’intero sistema di sfruttamento e repressione imperialista. Piuttosto questo terrorismo serve principalmente a fornire un pretesto allo stato borghese per intensificare la repressione.

Dopo la controrivoluzione capitalista nell’Unione Sovietica, i padroni imperialisti americani hanno cercato di trovare un surrogato della guerra contro "il comunismo ateo" nello spettro del "terrorismo islamico". Questo è il nuovo nemico esterno contro cui hanno cercato di muovere la popolazione, e cercano di usare l’attacco al World Trade Center per ottenere il sostegno dell’opinione pubblica per il loro terrore imperialista all’estero, per promuovere la menzogna che la classe operaia degli Usa ha un interesse comune con i loro sfruttatori capitalisti. Noi diciamo: Imperialismo Usa giù le mani dal mondo! Il nemico principale è nel proprio paese! Il nostro scopo è di costruire il partito operaio rivoluzionario internazionalista che infonderà nella classe operaia la comprensione del suo potere sociale e dei suoi interessi storici per seppellire l’imperialismo Usa.

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