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Spartaco n. 80 |
Settembre 2017 |
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Dal campo del liberalismo filoimperialista
Gli impostori del Nucleo internazionalista dItalia calunniano la LtdI sull'immigrazione
In risposta alle calunnie dell’Internationalist Group (Ig) degli Usa, che cerca di diffamare la Lci nella sinistra descrivendoci come una banda di razzisti, riproduciamo in forma adattata l’articolo di Workers Vanguard n.1109 (7 aprile 2017).
I due sostenitori dell’Ig in Italia, due ex militanti della Ltd’I denominatisi Nucleo internazionalista d’Italia, ci hanno dipinti in vari articoli come l’equivalente della Lega Nord o dei fascisti (e addirittura “più a destra”). Nel loro giornale, L’internazionalista (giugno 2017) sono arrivati a scrivere che la Lci sta “dalla stessa parte della linea di classe di varie forze di estrema destra e razziste come Matteo Salvini della Lega Nord e Nigel Farage dell’UKIP, nonché di Marie [sic] Le Pen del movimento fascista del Fronte Nazionale”. Calunnie simili hanno l’unico scopo di istigare l’esclusione e la violenza nei nostri confronti. Chiunque conosca la nostra organizzazione sa che siamo stati tra i primi e più conseguenti difensori dei pieni diritti di cittadinanza per tutti gli immigrati, della lotta per la liberazione delle donne e contro la discriminazione degli omosessuali, solo per fare alcuni esempi.
Gli impostori del Nucleo internazionalista d’Italia sono spinti a calunniare la Ltd’I da un impulso politico irresistibile a schierarsi a difesa degli interessi della borghesia imperialista, in particolare, dell’Unione Europea, uno strumento decisivo con cui la borghesia italiana, alla coda di quella tedesca, ha fatto ingoiare agli operai un terribile peggioramento delle loro condizioni di vita, ha affogato in mare migliaia di immigrati e costretto quelli sopravvissuti a leggi e discriminazioni razziste. Per questo hanno rifiutato di votare per l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, attaccano chi rivendica l’uscita dall’Ue della Grecia o dell’Italia, e hanno persino rifiutato di votare contro il Memorandum di austerità imposto dalla troika alla Grecia nel 2015.
La tecnica moderna della grande menzogna fu sviluppata da Joseph Goebbels, capo della propaganda nazista, e diffusa a sinistra da Joseph Stalin: non è importante che una menzogna sia credibile, purché la si ripeta abbastanza da legittimare una caccia alle streghe o peggio. Sfruttando questa logica, e non è la prima volta, l’Internationalist Group e i suoi due affiliati italiani del Nucleo internazionalista d’Italia, stanno tentando di diffamare la Lega comunista internazionale e la Lega trotskista d’Italia accusandoci di essere razzisti anti-immigrati. Così, lo scorso agosto Internationalist ha pubblicato due articoli, “Strani incontri con la Lci” e “Italia: la crisi dei rifugiati e la barbarie capitalista”, in cui afferma che la Lci “si allinea con gli elementi più retrogradi della borghesia, compresi fascisti e razzisti” e sta “assumendo il ruolo di guardia di frontiera dell’Ue e all’interno dell’Ue”.
L’accusa di razzismo, come l’accusa di essere degli sbirri (e l’Ig le usa entrambe), sono le accuse più vili con cui infangare un gruppo di sinistra. Rimanere in silenzio è considerato prova di colpevolezza. Ma rispondere implica che le accuse sono diffuse e forse anche giustificate. Al giorno d’oggi è un po’ come rispondere ai tweet di Donald Trump. Abile praticante della grande menzogna, Trump è stato guidato da Roy Cohn, l’eminenza grigia legale della caccia alle streghe anticomunista di Joseph McCarthy, che ha perseguitato gli eroici coniugi Rosenberg fino alla condanna a morte e l’esecuzione sulla sedia elettrica nel 1953. L’ ultima calunnia dell’Ig, in un articolo intitolato “La Spartacist League contro i rifugiati” (internationalist.org, 27 febbraio), potrebbe essere riassunta in un tweet: “La Lci chiede che tutti gli immigrati godano di pieni diritti di cittadinanza. Fake news!”
L’Ig ci accusa di aver “capitolato al razzista Trump”, e se la prende in particolare con un articolo apparso sulla prima pagina di Workers Vanguard n. 1105 (10 febbraio) intitolato: “Trump intensifica la guerra di Obama contro gli immigrati”. L’Ig sostiene che le nostre rivendicazioni: “Pieni diritti di cittadinanza per tutti gli immigrati!” e “Abbasso il divieto di ingresso ai musulmani!”, sono solo una sofisticata copertura della nostra “linea sciovinista di opposizione alle richieste di asilo per coloro che fuggono dal saccheggio perpetrato dal-l’imperialismo statunitense ed europeo” (sottolineato nell’originale). In realtà le menzogne dell’Ig contro di noi sono una copertura, neanche molto sofisticata, della propria capitolazione al liberalismo stile “tutti insieme contro la destra”, cioè l’idea che i governanti imperialisti statunitensi (in particolare quelli rappresentati dal Partito democratico) e i loro omologhi nell’ Unione Europea, possano essere spinti a garantire libertà e benessere ai popoli del mondo.
Le devastazioni provocate dalle potenze imperialiste, Usa in testa, coprono l’intero globo. Con il saccheggio sistematico del pianeta e con guerre devastanti, dirette o indirette, i paesi capitalisti avanzati impongono condizioni disumane alla stragrande maggioranza dell’umanità. L’Onu stima che in tutto il mondo vi siano attualmente circa 60 milioni di sfollati a causa di guerre e persecuzioni, il numero più elevato dopo la Seconda guerra mondiale. Molti altri milioni migrano per sfuggire all’estrema povertà inflitta loro dall’imperialismo capitalista.
Come comunisti, non chiediamo certo a coloro che sono responsabili di queste devastazioni, la cortesia di soccorrere le loro vittime. Il nostro scopo è di forgiare partiti operai rivoluzionari internazionalisti che possano guidare il proletariato mondiale nella lotta per distruggere questo sistema di sfruttamento brutale, di oppressione razziale e coloniale/neocoloniale e di guerra. L’Ig va nella direzione opposta.
Fede commovente nell’imperialismo “umanitario”
La fotografia che accompagna l’articolo “La Spartacist League contro i rifugiati” mostra i cartelli dell’Ig in occasione di una protesta all’aeroporto JFK di New York, il 28 gennaio, contro il divieto anti-musulmano di Trump. L’unica differenza tra i loro slogan e quelli che abbiamo sollevato noi nell’articolo che accusano di essere “sciovinista” è un loro cartello che chiede di “Lasciar entrare i profughi siriani”. Oltre ai siriani, ci sono milioni di persone che fuggono dalle guerre e dalle occupazioni degli Stati Uniti in Afghanistan e Iraq e dalla devastazione imperialista della Libia, per citare solo alcuni esempi, così come altri che cercano di sfuggire alle terribili guerre civili in Sud Sudan, Congo e altrove.
L’Ig si concentra sulla disperata condizione dei rifugiati siriani, che sono diventati un cavallo di battaglia dei liberal e di tutti quelli che cercano di promuovere un ulteriore intervento “umanitario” da parte degli Stati Uniti e di altre potenze imperialiste, nella guerra civile che sta dilaniando la Siria. Non versano certo tutte queste lacrime per i tantissimi profughi della barbara guerra condotta nello Yemen dalla monarchia teocratica dell’Arabia Saudita, con l’appoggio degli Stati Uniti, in cui sono morte migliaia di persone. Non si può trovare un solo articolo sul sito web dell’Ig su quella guerra e sulla difficile situazione dei rifugiati che ha prodotto.
L’Ig sparge la bugia secondo cui noi “ci opponiamo alla rivendicazione del diritto d’asilo per i profughi siriani”. Non è vero. Ciò a cui ci opponiamo, e a cui ci siamo sempre opposti, è l’illusione che gli imperialisti apriranno le porte a tutti coloro che cercano rifugio. Contrariamente a quanto afferma l’Ig, questa posizione non è in alcun modo contrapposta alla nostra storia di lotta per la concessione dell’asilo ai profughi in fuga dal terrore reazionario di Stato nelle loro terre d’origine. Ad esempio abbiamo rivendicato il diritto d’asilo per coloro che fuggivano dalla giunta cilena di Pinochet negli anni Settanta, dalle squadre della morte in America centrale negli anni Ottanta, o dai pogrom orchestrati dal governo singalese dello Sri Lanka contro i tamil. Più di recente, abbiamo chiesto di lasciar entrare i disperati profughi haitiani, cui Obama aveva sbattuto la porta in faccia (vedi WV n. 1099, 4 novembre 2016).
Sotto il capitalismo imperialista non esiste un “diritto d’asilo universale” come vorrebbe l’Ig. Le politiche della borghesia nei confronti dei profughi sono determinate dai suoi interessi politici. Ecco perché, per esempio, Miami è diventata un rifugio dei gusanos fuggiti dalla Rivoluzione cubana ed ecco perché i controrivoluzionari vietnamiti sconfitti sono stati accolti a braccia aperte. Le nostre richieste d’asilo sono sempre state determinate dagli interessi di classe operai.
Il nostro obiettivo è costruire l’unità, la solidarietà e la capacità di lotta della classe operaia sia a livello nazionale che internazionale. Ciò implica una lotta per mobilitare il potere sociale dei lavoratori in difesa di coloro che sono riusciti ad entrare nel paese, difendendo la richiesta di pieni diritti di cittadinanza per tutti gli immigrati e opponendoci a tutte le deportazioni e alle retate anti-immigrati. Contro il veleno razzista e sciovinista che la borghesia sparge per dividere e conquistare i suoi schiavi salariati e che si riflette nello slogan protezionista della burocrazia sindacale “salvare i posti di lavoro americani”, diciamo che i sindacati devono aprire le loro fila ai lavoratori di origine straniera con pieni diritti e tutele.
A credere all’Ig, tutto questo sarebbe un espediente per coprire il nostro presunto “sciovinismo” anti-immigrati. L’Ig scrive: “quando la Spartacist League era trotskista rivoluzionaria, rivendicava che tutti coloro che sono nel paese dovrebbero avere gli stessi diritti dei cittadini, non importa come vi sono arrivati, e sottolineava che questo si riferiva a tutti gli immigrati.” Ora, borbotta l’Ig, “quando Wv chiacchiera di pieni diritti di cittadinanza per tutti gli immigrati, li limita a coloro che sono ‘riusciti ad entrare nel paese’”. Non sfuggirà al lettore attento (o anche distratto) che non c’ è nessuna differenza tra la richiesta di pieni diritti di cittadinanza per “tutti coloro che sono in un paese” o per coloro che “sono riusciti ad entrare nel paese”. La posizione dell’Ig invece equivale a chiedere i pieni diritti di cittadinanza negli Stati Uniti o nell’ Ue per chiunque lo desideri, ovunque viva.
L’idea che tutti possano andare dove desiderano, potrebbe dare a qualcuno l’impressione di essere veramente progressista, un vero paradiso in terra. Ma nel mondo reale è un’idea che ha molte conseguenze reazionarie. Lo sviluppo dell’imperialismo moderno si è basato sul fatto che le maggiori potenze capitaliste costringevano i paesi più deboli ed economicamente arretrati ad aprire i propri confini al saccheggio coloniale e al flusso di capitali finanziari.
Anche se l’Ig lo nega, la sua posizione è solo una delle varianti della rivendicazione: “aprire le frontiere” avanzata da molte organizzazioni riformiste in Europa e negli Stati Uniti. Come abbiamo scritto più di 40 anni fa in “La politica leninista nei confronti dell’immigrazione/emigrazione”, (WV n. 36, 18 gennaio 1974), tale richiesta “equivale a propugnare l’abolizione degli Stati nazione sotto il capitalismo”. Insieme alla proprietà privata dei mezzi di produzione, lo Stato nazione è il fondamento stesso dell’ordine capitalista. Perché allora non chiedere l’abolizione della polizia di frontiera? E dei militari o dei poliziotti? Dopo tutto, il controllo delle frontiere è vitale per l’esistenza stessa del capitalismo tanto quanto i poliziotti razzisti e rompisciopero e le forze armate che devastano il mondo in difesa degli interessi degli Stati Uniti e di altri governi imperialisti. E quindi, perché preoccuparsi della lotta per la rivoluzione socialista?
La leggenda della “libera circolazione” nell’Ue
La nozione di “frontiere aperte” è molto cara ai liberali e ai riformisti d’Europa, dove la frode della “libera circolazione delle persone” è un fondamento ideologico cruciale per il mantenimento dell’Ue, un blocco reazionario tra le potenze imperialiste europee con la borghesia tedesca al comando. Fin dall’inizio l’Ue è stata uno strumento per aumentare lo sfruttamento dei lavoratori in tutta Europa e il dominio sui paesi più deboli dell’Unione Europea, come la Grecia, da parte dei padroni imperialisti. Contrariamente alle illusioni liberali secondo cui tutti coloro che mettono piede in un paese dell’Ue avrebbero il diritto di viaggiare ovunque grazie agli accordi di Schengen, la preoccupazione principale dell’Ue è sempre stata la libera circolazione dei capitali tra gli Stati membri. In tale contesto, la circolazione delle persone viene gestita in modo da facilitare lo sfruttamento del lavoro a basso salario secondo le esigenze del capitale.
L’ accordo di Schengen non ha mai impedito l’espulsione di “persone indesiderabili” come i rom, molti dei quali sono cittadini di Stati membri dell’Ue. Né ha arrestato la proliferazione di fili spinati, muri e centri di detenzione, né il dispiegamento di forze armate alle frontiere degli Stati europei. Le scene orribili di profughi disperati che annegano nel Mediterraneo, rendono la “libera circolazione delle persone” una farsa completa, ma questo rimane l’argomento decisivo di coloro che cercano di conservare il consorzio capitalista dell’Ue, e l’Ig si unisce al coro. La genuflessione dell’Ig nei confronti dell’Ue è testimoniata dal suo rifiuto di sostenere la Brexit nel referendum del 2016 in Gran Bretagna e di non schierarsi per il “no” all’ austerità imposta dall’Ue nel referendum in Grecia nel 2015.
Nell’articolo “Italia: la crisi dei rifugiati e la barbarie capitalista”, l’Ig prende le difese del Partito comunista dei lavoratori (Pcl) in polemica con Spartaco. Il Pcl chiede: “Per un piano di accoglienza dignitosa dei migranti, a partire dai profughi, su scala europea. Per una libera circolazione dei migranti in Europa”. Su Spartaco noi abbiamo spiegato che queste richieste alimentano “l’illusione che l’Unione Europea imperialista possa essere costretta ad agire in base ai principi umanitari”. Schierandosi dalla parte del Pcl, l’Ig sostiene che:
“L’idea che l’Europa imperialista concederà un ‘degno benvenuto’ ai rifugiati è certamente un’illusione riformista; ma sostenere che gli appelli per la libertà di circolazione degli immigrati in seno all’Europa e per l’abolizione delle leggi anti-immigrati rappresenti un abbellimento dell’imperialismo è tutt’altra questione. Prima di dire addio al trotskismo rivoluzionario (
) la LCI si è sempre opposta a tutte le leggi razziste e anti-immigrati, al tempo stesso spiegando che non esiste una politica sull’immigrazione equa sotto il capitalismo.”
Lo facciamo ancora. É l’Ig che ha detto addio al trotskismo rivoluzionario quando i suoi leader fondatori hanno disertato la nostra organizzazione vent’anni fa.
In materia di immigrazione ci opponiamo a tutte le leggi, regolamenti, quote razziste o discriminatorie su base nazionale, ecc. Allo stesso tempo, comprendiamo che non ci può essere una politica di immigrazione “progressista” nell’ambito del capitalismo. Né è nostro compito proporre alternative politiche al nemico di classe o suggerire che i governanti imperialisti possano essere convinti ad offrire rifugio a tutti coloro che lo cercano.
Nel nostro articolo del 1974, quando l’attuale líder máximo dell’Ig, Jan Norden, era direttore di WV (continuò ad esserlo per altri 20 anni), abbiamo spiegato:
“Ciò che i comunisti hanno da dire alle masse impoverite dei paesi arretrati è che la risposta alle loro disperate condizioni sociali non è un biglietto individuale per gli Stati Uniti o l’Europa occidentale, ma una rivoluzione socialista internazionalista che è il presupposto necessario per la riorganizzazione economica della società umana attraverso la liberazione delle forze produttive dai vincoli della proprietà privata”.
Saranno necessarie una serie di rivoluzioni operaie e la creazione di un’economia internazionale pianificata per gettare le basi dell’eliminazione della scarsità materiale attraverso un aumento considerevole delle forze produttive. Solo questo potrà offrire una vita dignitosa a coloro che vivono nelle baraccopoli e nei villaggi rurali del Terzo mondo e rimediare alla carneficina provocata dagli assassini di massa imperialisti. Solo allora ci sarà un mondo senza frontiere.
Alla coda del Partito democratico negli Usa
Negli Usa l’Ig spaccia la sua mercanzia ai liberal e ai riformisti anti-Trump che stanno “tutti insieme contro la destra”. Quando abbiamo criticato il loro appoggio alla truffa delle “città santuario”, l’Ig ha strillato furiosamente che la Spartacist League “se ne frega altamente se sia più facile o più difficile per l’I.C.E. deportare gli immigrati” (corsivo nell’originale) [Ice: Immigration and Custom Enforcement, agenzia di sicurezza nazionale per l’immigrazione e le dogane]. Al contrario noi accogliamo con favore qualsiasi misura che possa ostacolare i poliziotti anti-immigrazione. Ma avvertiamo che la nozione di “città santuario”, promossa dall’Ig, è un pretesto dei sindaci del Partito democratico e dei loro poliziotti killer per presentarsi come “amici” degli immigrati. Come abbiamo scritto nell’articolo che l’Ig trova così fuori luogo: “E’ delirante credere che gli agenti locali dello Stato capitalista creeranno oasi di rifugio per gli immigrati. I poliziotti che abbattono impunemente giovani neri e delle minoranze non proteggeranno certo gli immigrati dai federali”. Questa affermazione si basa sulla comprensione marxista elementare per cui lo Stato capitalista, e i corpi di uomini armati che ne sono il fondamento, non è diverso a livello locale o federale, a meno che non si sostenga il mito del “socialismo” municipale (altrimenti noto come “socialismo delle fogne”).
Non bisogna essere marxisti per capire, come titolava un articolo su Slate (17 febbraio), che si tratta di una “Falsa promessa delle città santuario”. L’ articolo sottolineava:
“Non sono solo i falchi repubblicani che presiedono un sistema di giustizia penale che oggi spalanca le porte a deportazioni di massa. Ogni giorno la polizia e i pubblici ministeri, nelle città controllate dal Partito democratico, contribuiscono alle incarcerazioni di massa, arrestando e accusando le persone per piccoli reati non violenti (...) Per gli immigrati senza documenti, l’arresto può significare la detenzione e l’espulsione da parte dell’ICE. E ciò è vero anche quando una autoproclamatasi città santuario si rifiuta di trattenere qualcuno su richiesta federale”.
Infatti, nella misura in cui alcune forze di polizia locali obiettano a servire da ausiliari dell’Ice, ciò avviene perché questo li distoglie da quelle che loro considerano attività più importanti, come le “guerre” razziste alla malavita, alla droga e alle bande criminali, che prendono specialmente di mira i giovani neri e latini.
Lo scopo dell’Ig, da quando ha disertato la nostra organizzazione, è di accodarsi ai pregiudizi di vari nazionalisti terzomondisti, riformisti e liberal. Alcuni anni fa, i membri dell’Ig strillavano che i nostri compagni erano sciovinisti “anti-latinoamericani”. La presunta prova di questa calunnia è il nostro articolo “Chicago Sud: un’istantanea sulla vita dei neri e dei latinoamericani” (WV, n. 786, 6 settembre 2002), dedicato a contrastare il razzismo contro i neri presente tra gli immigrati latinos e i pregiudizi anti-immigrati tra i lavoratori neri.
Secondo l’Ig è “sciovinista” riconoscere la realtà che il razzismo anti neri è inculcato tra gli immigrati dai governanti capitalisti statunitensi. Tuttavia, l’Ig non aveva niente da ridire sulla nostra osservazione che esiste un sentimento anti-immigrati tra i neri, molti dei quali si risentono per il fatto che più e chiaro il colore della pelle, maggiori sono le possibilità di fare strada. Nonostante abbiano acquisito i diritti di cittadinanza dopo la sconfitta degli schiavisti nella guerra civile, i neri restano forzatamente segregati al fondo della società.
Lo scopo di un partito d’avanguardia leninista è di armare la classe operaia con una coscienza rivoluzionaria. Per assolvere questo compito è fondamentale comprendere che la causa della liberazione di tutti gli oppressi è inseparabile dalla lotta per l’emancipazione dei lavoratori dalla schiavitù salariata. Avendo da vent’anni gettato la spugna su questa prospettiva, l’Ig ricorre a calunnie diffamatorie sul presunto “razzismo” della Lci. Non si tratta solo di un eccesso polemico: il suo scopo è quello di istigare e giustificare la violenza contro di noi. Ma questi avvocati del liberalismo piccoloborghese non riusciranno nel loro intento. Anche se le nostre forze sono attualmente piccole, il nostro partito e il nostro programma sono vitali per la lotta per la vittoria socialista proletaria.
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