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Il 7 ottobre, il Partito comunista dei lavoratori (Pcl) e Sinistra anticapitalista (Sa) due organizzazioni che sostengono di essere trotskiste hanno organizzato un presidio davanti all’ambasciata russa di Roma insieme ai liberali piccolo borghesi de La Comune, al grido di: “Fuori le truppe dell’imperialismo russo dall’Ucraina! Per il rovesciamento rivoluzionario del regime di Putin!” Nelle parole del Pcl: “una manifestazione contro la guerra, contro l’imperialismo russo che l’ha promossa, in solidarietà col popolo ucraino, senza sostegno né alla Nato, né alle politiche del governo Zelensky”.

Il Pcl e Sa sono un esempio da manuale di socialsciovinismo. A parole, dicono di essere socialisti, addirittura rivoluzionari, e di non sostenere la Nato e le politiche di Zelensky. Ma nei fatti dimostrano di essere sciovinisti, mobilitando i propri sostenitori in appoggio alla causa del proprio imperialismo. Le loro rivendicazioni (vittoria all’Ucraina, ritiro delle truppe russe) sono le stesse dei quartier generali dell’Ue, della Nato e dei governi imperialisti: “La Russia deve porre fine alla sua occupazione illegale, ai suoi attacchi brutali contro i civili disarmati. L’Italia continuerà a sostenere l’Ucraina. Siamo con voi nella vostra lotta per resistere all’invasione russa, per ripristinare l’integrità territoriale dell’Ucraina, per proteggere la vostra democrazia e la vostra indipendenza” (Dichiarazione di Mario Draghi, 23 agosto 2022).

La stampa borghese ovviamente ha osannato questi intrepidi paladini della “santa alleanza” contro la Russia capitalista. L’Huffington Post, organo dell’atlantismo anticomunista, ha titolato “Incredibile, qualcuno manifesta contro Putin: i trotskisti”. Il foglio ha salutato il presidio come “la prima manifestazione per la pace in Ucraina dopo l’estate, l’unica organizzata per adesso nel posto più giusto, davanti all’ambasciata russa” esortando il Pd, il principale portavoce del capitale finanziario italiano a “prendere spunto” dal Pcl e da Sa.

Infatti, sei giorni dopo il Pd e un’accozzaglia di guerrafondai amici della Nato (tra cui Letta, Bonino, Calenda e Casini) hanno ripetuto gli stessi slogan del Pcl, organizzando un sit-in di fronte all’ambasciata russa per chiedere anche loro il cessate il fuoco e ritiro immediato delle truppe russe dal territorio ucraino e ribadire che “solo il sostegno alla ‘resistenza’ dell’Ucraina può portare ad un ritiro delle truppe russe e a una pace ‘giusta’”.

Fin dall’inizio della guerra, Sa e Pcl si sono assunti il ruolo di propagandare nella sinistra e nel movimento operaio il programma della Nato e dell’Ue sull’Ucraina: la vittoria dell’Ucraina sulla Russia che rafforza il dominio imperialista sull’Europa dell’Est e sul mondo. Il ruolo di questi falsi trotskisti è consistito nel mascherare gli slogan imperialisti con qualche riferimento posticcio al diritto di autodeterminazione dei popoli, alla classe operaia, al socialismo. All’atto pratico il Pcl però si è schierato per la “vittoria dell’Ucraina” e si è dedicato ad infangare chiunque si opponesse all’invio di armi all’Ucraina da parte della Nato e del governo Draghi come un “pacitonto semiputiniano”. Da parte sua Sa di tanto in tanto balbetta il suo “No all’invio delle armi e alla partecipazione italiana alle manovre di guerra” (Comunicato della Direzione nazionale di Sa, 29 ottobre). Ma intanto manifesta davanti all’ambasciata russa in solidarietà con l’Ucraina e contro la Russia. Inoltre fa parte di un’organizzazione internazionale che propaganda posizioni come quelle del Sotsialnyi Rukh, che dice che “quello che dovrebbe fare la sinistra” è “chiedere di mandare più armi in Ucraina, le armi pesanti, l’artiglieria, i carriarmati e gli aerei che stanno dando la possibilità al popolo ucraino, una nazione debole, una nazione oppressa, di lottare per il suo diritto di esistere” (International Viewpoint, n. 572, settembre 2022).

Al presidio di fronte all’ambasciata russa, il portavoce del “Comitato Stop alla guerra in Ucraina”, Germano Monti del Pcl, ha spiegato che per loro il “nemico principale” non sono la Nato o l’imperialismo italiano, ma la Russia e coloro che si oppongono alla guerra:

“Troppi a sinistra hanno protestato contro la Nato o contro l’Ue, ci fosse stata una sola forza politica che avesse avuto il coraggio di dire chi ha cominciato questa guerra. Noi chiediamo il cessate il fuoco, ma questo cessate il fuoco lo può fare solo chi questa guerra l’ha cominciata perché se la Russia ferma le armi la guerra finisce, se l’Ucraina cessa il fuoco è l’Ucraina che cessa di esistere”. (Il foglio, 7 ottobre 2022)

La loro difesa dell’indipendenza dell’Ucraina e la falsa definizione della Russia come imperialista, servono solo a nascondere la verità: la guerra in Ucraina è stata provocata da decenni di accerchiamento della Russia, sia con l’espansione militare degli imperialisti della Nato, sia con l’estensione del dominio imperialista sui Paesi dell’Est da parte di Germania, Francia e Italia tramite l’Unione Europea. La vittoria dell’Ucraina non porterà alla sua liberazione, ma al suo asservimento agli imperialisti Ue/Nato.

La questione nazionale in Ucraina e nelle repubbliche filorusse del Donbass è completamente subordinata agli obiettivi reazionari dei governi russo e ucraino. Una vittoria dell’esercito russo significherebbe l’oppressione nazionale degli ucraini da parte della Russia. La sconfitta della Russia condannerebbe le popolazioni russe e russofone del Donbass e della Crimea a un’oppressione nazionale senza precedenti. Nessuna delle due parti in guerra sta conducendo una giusta lotta di liberazione nazionale. Il dovere dei rivoluzionari è spiegare che, nella situazione attuale, la risoluzione progressiva della questione nazionale in Ucraina è impossibile senza il rovesciamento dei capitalisti russi e ucraini. Operai russi e ucraini: girate le armi contro i vostri governanti! Solo il potere del proletariato può fornire una soluzione veramente democratica per gli ucraini e le masse russofone.

Noi comunisti diciamo: Abbasso l’Ue! Abbasso la Nato! No alle sanzioni contro alla Russia! Per mobilitazioni operaie contro l’invio di armi all’Ucraina! Né un uomo né un soldo all’esercito dell’imperialismo italiano! Abbattere l’imperialismo italiano con la rivoluzione operaia.

Il Pcl e Sa sono nemici giurati di questo programma. Altro che “trotskisti”! Sono quelli che Lenin chiamava socialsciovinisti: socialisti a parole, sostenitori della propria borghesia nei fatti. Operai, giovani di sinistra: diffidate di questa gente. Non c’è posto per i sostenitori dell’Ue e della Nato nel movimento operaio!


Correzione

Nell’articolo “Partito comunista dei lavoratori/Sinistra anticapitalista: megafono degli imperialisti” (Spartaco n.85, novembre 2022), abbiamo erroneamente menzionato Germano Monti come membro del Partito comunista dei lavoratori (Pcl). Germano Monti non appartiene più al Pcl. Ha parlato a nome del “Comitato Stop alla guerra in Ucraina” che insieme al Pcl, Sinistra anticapitalista e la Comune ha organizzato il presidio social-imperialista del 7 ottobre di fronte all’ambasciata russa di Roma, schierandosi con l’Ucraina e chiedendo il ritiro delle truppe russe.