La Spartacist League è fiera di dire che nel giorno del funerale di Elisabetta II abbiamo organizzato l’unica manifestazione contro la monarchia a Londra. Più di cento persone hanno risposto al nostro appello. Poca gente, certo, ma ciascuno di quello che c’erano sapeva che anche solo farsi vedere in piazza voleva dire nuotare controcorrente, correndo il rischio di essere arrestati o attaccati dai monarchici. Anche se tutte le organizzazioni che si chiamano socialiste o repubblicane sono rimaste a casa a rendere l’estremo saluto a Sua Maestà, quelli che c’erano possono dire con orgoglio di essersi schierati a scandire con forza “Abbasso la monarchia” a Windrush Square, a Brixton. La nostra piccola manifestazione è stata l’unica voce organizzata del crescente disgusto per la depravazione della monarchia britannica e per i crimini dell’imperialismo britannico.

Tra gli interventi al presidio c’è stato quello di una compagna greca che ha denunciato il ruolo reazionario dell’imperialismo britannico nel sottomettere la Grecia. Un compagno degli Usa ha spiegato che serve una Terza rivoluzione americana per spazzare via l’imperialismo Usa e l’oppressione razziale, rievocando la Prima rivoluzione contro il dominio britannico e la Seconda contro la schiavitù. E’ stata letta la dichiarazione di un nostro compagno del Quebec che accusava la monarchia britannica di essere “il pilastro dell’oppressione nazionale del Quebec”. I saluti dei compagni sudafricani hanno sottolineato che “con la benedizione di ‘Dio e della monarchia’, i porci colonialisti razzisti come Cecil Rhodes si sono spartiti l’Africa meridionale, rubando le terre alle popolazioni native e spartendole secondo le esigenze dei governanti inglesi”.

La nostra oratrice principale ha accusato “la monarchia e il Regno Unito” di essere “una prigione per la Scozia, il Galles e i cattolici dell’Irlanda del Nord” e Re Carlo III di essere stato “il colonnello in capo del brutale reggimento dei paracadutisti che sparò e uccise 14 persone nel Bloody Sunday a Derry nel 1972”. Ha insistito su quanto sia urgente che gli operai si oppongano alla monarchia, prendano il potere e governino il Paese. 

E’ stato decisivo dirigere il fuoco sui capi dei sindacati e della sinistra laburista, che dicono di essere contro la monarchia e di appoggiare la classe operaia, ma che hanno osservato un lutto disgustoso per la Regina, pronunciando panegirici abietti e cancellando gli scioperi in maniera criminale. Uno degli slogan più popolari al presidio è stato: “Starmer, Corbyn, Tuc [Centro nazionale dei sindacati]: in ginocchio davanti alla monarchia”.

Siamo contenti che ci sia uno che non ha strisciato: Steve Hedley, ex dirigente del Rmt [Sindacato dei ferrovieri]. Anche se non ha potuto partecipare e nonostante le nostre divergenze politiche, apprezziamo il messaggio che ci ha mandato. Il messaggio, che abbiamo letto al presidio, dava dei “leccapiedi” al Tuc per aver cancellato gli scioperi e faceva notare che “quando il Partito laburista, tanta della sedicente sinistra rivoluzionaria e persino i cosiddetti repubblicani hanno acconsentito restandosene zitti, una piccola banda di ribelli ha tenuto alta la bandiera”.

Qualche altro ribelle ha preso posizione anche a Cardiff e Edimburgo. Ma il fatto che, a Londra, siamo scesi in piazza solo noi e un manipolo di coraggiosi, è una condanna della sinistra britannica. Il funerale della regina è stato uno dei più grandi raduni di padroni capitalisti, signori dell’imperialismo e teste coronate che si siano mai visti. Tutti questi criminali con le mani coperte di sangue sono calati a Londra dai quattro angoli del pianeta per rendere omaggio alla monarchia britannica, che incarna uno degli imperi più brutali e reazionari della storia umana. Era cruciale prendere posizione contro questa sagra della reazione.

Il resto dei gruppi “socialisti” non solo non ha fatto niente, ma ha boicottato la nostra manifestazione. Abbiamo invitato i gruppi e i parlamentari di sinistra di Londra e del resto del Paese e nessuno di loro ha nemmeno avuto il coraggio di re-twittare il nostro appello. E questa è la stessa gente che accusa sempre noi di essere settari.

Una storia che abbiamo sentito per giustificare questa astensione è che tutti i socialisti si oppongono alla monarchia, ma è più importante la crisi sul costo della vita. Che scusa patetica! Bisogna voler essere ciechi e sordi per non vedere come proprio la genuflessione dei capi dei sindacati alla corona sia stata una secchiata d’acqua gelata sulle lotte operaie. Il compito dei socialisti è proprio quello di rendere chiaro il legame tra la distruzione delle condizioni di vita dei lavoratori e il dominio di una classe parassitaria, il cui simbolo migliore è la famiglia reale. Spazzar via questo marciume è l’unico modo per risolvere la crisi in corso.

I “socialisti” che rifiutano di prendere posizione contro la monarchia con la scusa che è una questione secondaria rispetto al prezzo dell’energia non otterranno mai niente per la classe operaia. Anche la lotta per le riforme più modeste richiede una lotta di classe dura e combattiva. Come ha insistito la nostra oratrice: “Una direzione senza spina dorsale, senza nemmeno il coraggio di opporsi alla monarchia, non avrà mai quello di sfidare la classe dominante di questo Paese”.

Ma la vera ragione per cui gruppi come il Socialist Workers Party, Socialist Appeal, il Socialist Party ed altri presunti “rivoluzionari” hanno boicottato la nostra manifestazione non è la mancanza di logica. E’ la catena sifilitica del laburismo. Tutti questi gruppi per mesi non hanno fatto altro che rafforzare l’autorità e le credenziali dei capi dei sindacati come Mike Lynch, Sharon Graham e Dave Ward. Hanno passato anni a costruire buoni rapporti con i parlamentari della sinistra laburista come Sultana e Corbyn, promuovendo tra gli operai la loro autorità. Pensano che sia questo il lavoro che devono fare i “socialisti”. L’ultima cosa che vorrebbero è distruggere tutto chiamando la genuflessione della sinistra laburista davanti alla regina col suo vero nome: tradimento. Se lo facessero diventerebbero automaticamente dei reietti nei circoli laburisti “rispettabili” e probabilmente le loro organizzazioni si scinderebbero. Aderire alla nostra manifestazione significava proprio questo.

La morte della regina, come ogni altro avvenimento importante degli ultimi anni, è stato un test per tutti coloro che sostengono di lottare per il socialismo. Da una parte ci sono quelli che hanno preso posizione e si sono battuti contro la borghesia, i suoi monarchi, la stampa monarchica e i loro servi nelle fila del movimento operaio. Dall’altra quelli che si sono inchinati alla regina e al capitale e hanno inventato scuse di ogni tipo per giustificarsi. Noi che eravamo a Brixton il 19 settembre, sappiamo da che parte stare.

Spartacist League/Britain (22 settembre)