|
Spartaco n. 84 |
Novembre 2019 |
|
|
Trentanni fa cadeva il Muro di Berlino Ddr: da una nascente rivoluzione politica proletaria allannessione capitalista
La controrivoluzione capitalista nella Repubblica democratica tedesca (Ddr) nel 1990 e poi in un Unione Sovietica nel 1991-1992, ha rappresentato un’enorme sconfitta per i lavoratori di tutto il mondo. Ha rafforzato l’imperialismo, a partire da quello tedesco e ha posto le basi per la creazione dell’Unione Europea. Le condizioni di vita della classe operaia sono orribilmente peggiorate in tutta la Germania e oltre, e tutta l’Europa dell’Est è stata condannata al ritorno dello sfruttamento capitalista.
Oggi la borghesia vorrebbe farci credere che la caduta del muro di Berlino dimostrò che la popolazione della Germania orientale desiderava il ritorno del capitalismo. In realtà essa rappresentò l’inizio di una rivoluzione politica proletaria contro la burocrazia stalinista. A partire dai primi di ottobre del 1989 vi furono delle manifestazioni sempre più estese. Il 4 novembre, un milione di persone manifestarono a Berlino Est mostrando striscioni filo-socialisti che dicevano cose come: “Per gli ideali comunisti” e “Creiamo dei consigli operai”. Il muro cadde il 9.
Nella Germania dell’Est il capitalismo era stato rovesciato dopo che l’Armata Rossa sovietica distrusse i nazisti. La Ddr era uno Stato operaio e noi trotskisti lo difendevamo militarmente, senza condizioni, contro l’imperialismo e la controrivoluzione interna, nonostante lo Stato operaio fosse burocraticamente deformato dal dominio di una burocrazia stalinista parassitaria. La burocrazia non si basava sul programma della rivoluzione proletaria internazionale, ma sulla costruzione del “socialismo in un solo Paese”, vale a dire sulla coesistenza pacifica con l’imperialismo, ed era ostile a qualsiasi espressione politica indipendente da parte della classe operaia.
Nel 1989, nella Ddr, l’alternativa era tra una rivoluzione politica proletaria, con cui la classe operaia rovesciasse la burocrazia e prendesse essa stessa il potere politico, e la controrivoluzione capitalista. La Lega comunista internazionale mise in campo tutte le sue forze, insieme alla sua sezione tedesca, la Trotzkistische Liga Deutschland (Tld, che nel gennaio del 1990 si fuse con gli Spartakist Gruppen a formare lo Spartakist-Arbeiterpartei Deutschlands), nella lotta per la rivoluzione politica nella Ddr e per la rivoluzione socialista nella Germania dell’Ovest: per una Germania rossa dei consigli operai, parte integrante di un’Europa socialista.
L’impatto del nostro programma trovò espressione il 3 gennaio del 1990, quando 250 mila persone parteciparono ad una manifestazione indetta dai nostri compagni cui aderì la Sed (il partito che governava la Ddr). Si trattava di una protesta contro la profanazione, da parte dei fascisti, del monumento in onore dei soldati sovietici caduti durante la Seconda guerra mondiale, che si trova al Parco di Treptow a Berlino. Nonostante una claque stalinista che cercava di coprire il suo intervento, la nostra compagna Renate Dahlhaus prese la parola durante il comizio finale. Treptow poneva la prospettiva di una resistenza operaia organizzata alla riunificazione capitalista, da parte della base operaia della Sed-Pds. L’imperialismo tedesco e i suoi agenti socialdemocratici reagirono con una furiosa campagna anticomunista volta a spezzare l’autorità della Sed-Pds. Gli stalinisti cedettero rapidamente all’offensiva controrivoluzionaria. A fine gennaio, il dirigente sovietico Mikhail Gorbacev annunciò che l’Unione Sovietica avrebbe accettato la dissoluzione della Ddr in seno ad una Germania capitalista riunificata. Ciò provocò la demoralizzazione nelle fila degli operai e degli intellettuali che avevano sperato in una società socialista rivitalizzata. Alle elezioni del 18 marzo del 1990, fummo i soli a batterci contro la riunificazione capitalista, che venne attuata poco tempo dopo.
Ma l’impatto del nostro intervento nella Ddr testimonia la forza del nostro programma trotskista. Il nostro discorso a Treptow mostra concretamente lo scontro tra il nostro programma e quello del regime stalinista in via di dismissione: uno scontro, segnato certo da una sproporzione di forze, tra il programma della Lci di rivoluzione politica e quello degli stalinisti di capitolazione e di contro-rivoluzione. Riproduciamo di seguito la traduzione del discorso della compagna Renate Dahlhaus a Treptow.
* * *
Compagni, antifascisti!
Noi non dimenticheremo mai che venti milioni di cittadini sovietici hanno dato la vita per schiacciare il fascismo di Hitler. Non devono essere morti invano.
Quando i fascisti hanno perpetrato qui il loro perfido attentato, la Trotzkistische Liga e gli Spartakist-Gruppen hanno preso immediatamente l’iniziativa di indire la manifestazione di oggi. I fascisti stanno rialzando la testa, qui, nella Ddr: a Erfurt, a Dresda, a Görlitz, a Halle. Quello che serve subito è la mobilitazione combattiva degli operai, compresi i lavoratori immigrati, i nostri compagni originari del Vietnam, della Polonia e del Mozambico, per fermare e schiacciare l’immonda bestia fascista finché è ancora piccola.
Il fronte unico leninista, il fronte unico operaio per cui Trotsky si batté all’inizio degli anni Trenta, è necessario oggi come allora per fermare i nazisti.
Se i fascisti vengono schiacciati, non potranno cercare di prendere il potere. Questo però significa che la classe operaia dev’essere organizzata, essere forte e pretendere il potere. In una situazione rivoluzionaria come quella che attraversiamo oggi, la forma più elevata di fronte unico sono i soviet degli operai e dei soldati.
Finché esisterà il capitalismo, vi saranno cicli di lotte inarrestabili. Nella Ddr, la base materiale del fascismo è più limitata, perché la base naturale del fascismo, che è il capitalismo, oggi qui non esiste. Da noi è scoppiata e si sta sviluppando una rivoluzione politica e noi dobbiamo difenderla.
Il saccheggio economico e l’assimilazione politica a tappe, che è quello che l’imperialismo della Rft [Germania Ovest] sta cercando di realizzare con l’aiuto della Spd [il partito socialdemocratico] può trasformare questa rivoluzione politica in una controrivoluzione sociale. Non deve succedere! Bisogna lottare perché questo non avvenga!
E’ vero, fermiamo i nazisti con il fronte unico operaio! Ma dobbiamo vedere oltre. La nostra economia soffre per gli sprechi e per l’invecchiamento. La dittatura di partito della Sed ha dimostrato di essere incapace di affrontarli. La Germania Est ha bisogno [di una modernizzazione] selettiva… [interruzioni]. Compagni, imparate cosa significa un fronte unico.
Quello che serve urgentemente è la modernizzazione selettiva dell’industria esistente. Da noi, nella Ddr, le cose sono ancora diverse rispetto ai Paesi, agli altri Paesi “socialisti” che aderiscono alla concezione di Stalin di costruire il “socialismo in un solo Paese”. Dimostrano che si tratta chiaramente di una stupidaggine. Noi dobbiamo fare delle scelte difficili, noi dobbiamo capire il pericolo di finire in preda al mercato mondiale.
Compagni, lottare contro la svendita della Ddr significa aver chiaro in testa che non vogliamo cadere in preda al mercato mondiale controllato dagli imperialisti e dalla Deutsche Bank. Lo strumento per svendere la Ddr è la socialdemocrazia, bisogna che questo sia chiaro a tutti.
Non bisogna farsi delle illusioni: la minaccia militare dell’imperialismo, che continua ad essere organizzata soprattutto dalla classe dominante americana, continua ad esistere. Ieri, oggi e domani, utilizzeranno la violenza militare diretta o indiretta per ottenere ciò che vogliono.
In particolare hanno nel mirino l’Unione Sovietica e ogni Paese in cui i capitalisti sono stati eliminati come classe, assieme ai Paesi in cui l’imperialismo pensa di avere una possibilità. L’Unione Sovietica pratica una sua forma di autarchia economica, cosa che non è particolarmente vantaggiosa e che ha portato l’Unione Sovietica in gravi difficoltà economiche.
Lenin diceva che “la politica è economia concentrata”. La lotta per il potere, per prendere queste decisioni e per dirigere questo Paese, dev’essere nelle mani di consigli operai, che possano prendere delle decisioni razionali e ragionevoli, che soddisfino la maggioranza. Questo si può ottenere soltanto attraverso dibattiti aperti e a volte dolorosi di fronte a tutto il popolo. Chissà che il nostro esempio non incoraggi l’Unione Sovietica a prendere la stessa strada [interruzioni.] Compagni, ascoltate e imparate che è soltanto con dei dibattiti aperti e dolorosi che si può aprire la strada al socialismo.
L’Unione Sovietica seguirà sicuramente la stessa strada e questo ci aiuterà a sua volta a risolvere insieme i problemi economici e politici e a difendere i nostri Stati, i nostri Stati operai che al momento sono transitori, perché hanno rotto col capitalismo ma non sono ancora socialisti.
Compagni, come tutti sanno, il potere… [interruzioni.] Compagni, come sapete, il monopolio della Sed sul potere è infranto. Le masse sono libere di dire ciò che pensano. Imparate ad ascoltarle. Questo è possibile solo grazie alla pressione benevola dell’esercito sovietico. Quello che manca qui sono dei veri partiti politici organizzati che abbiano dei disaccordi, una precondizione per una vera democrazia operaia.
Sono queste le preoccupazioni e gli obiettivi cui cerchiamo di dare risposta combattendo per forgiare un nuovo partito operaio, con uguaglianza di diritti e di doveri, nello spirito di Lenin, Liebknecht e Luxemburg. Fermiamo i nazisti con delle azioni di fronte unico operaio! Potere ai soviet degli operai e dei soldati! Proletari di tutti i Paesi, unitevi!
|